10 Ottobre 2022 ~ 0 Commenti

Diabete in farmacia

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Manca poco: il 14 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale del diabete, istituita nel 1991 per sensibilizzare e informare in merito all’iperglicemia, alla sua prevenzione e gestione. A distanza di trent’anni, il diabete è stato riconosciuto come l’epidemia del nostro secolo, la cui diffusione a macchia d’olio nei paesi industrializzati è da ricollegarsi a uno stile di vita sedentario e ad abitudini alimentari ricche di cibi zuccherati e raffinati. I dati ISTAT parlano chiaro: nel 2016 oltre tre milioni e duecentomila persone in Italia dichiararono di essere affette da diabete, circa il 16,5% dei soggetti dai 65 anni in su. A questi andrebbero aggiunti coloro che, senza rendersene conto, sono insulino-resistenti, tendenzialmente sovrappeso, con massa grassa accumulata a livello addominale viscerale e manifestazioni borderline per altri disturbi tali da diagnosticare una sindrome metabolica. Il dato allarmante e che fa riflettere è che questa diffusione sia quasi raddoppiata negli ultimi trent’anni, contemporaneamente all’incremento di quei cibi, come accennato poc’anzi, raffinati dall’industria alimentare privati di fibre, aggiunti di zuccheri e di edulcoranti.

In occasione di questo importante appuntamento annuale, le farmacie non si facciano trovare impreparate, ma garantiscano la loro presenza capillare come presidi sanitari di prevenzione e prima diagnosi, grazie alle analisi del sangue effettuabili dal farmacista specializzato, per valutare glicemia ed emoglobina glicata.

Le giornate dedicate al diabete saranno per i farmacisti un banco di prova per abituarsi, tutto l’anno, a parlarne ai soggetti a rischio o a chi ne è già affetto, ma che, sottoposto a terapia farmacologica, non si preoccupa di seguire un attento stile di vita mirato. Impariamo a spendere due parole in più, soprattutto con chi ha un BMI >26, un evidente accumulo adiposo addominale, i valori glicemici borderline e una marcata familiarità per il diabete. Segnaliamo, soprattutto a soggetti giovani, quanto il diabete di tipo II, quello che un tempo colpiva esclusivamente una popolazione di età avanzata, sia una malattia a lento sviluppo: lento è l’instaurarsi un’insulino-resistenza, lento è il crescere dei valori glicemici nel sangue, lento è il verificarsi delle gravi complicanze legate al danno cellulare e vascolare. Insegniamo ai pazienti, compresi i diabetici già in terapia, a leggere un’etichetta nutrizionale, a comporre un piatto della salute, a utilizzare validi integratori alimentari che possano aiutarci a controllare al meglio una condizione di insulino-resistenza per la quale stiamo già tirando troppo la corda.

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