09 Aprile 2021 ~ 0 Commenti

Il farmacista 4.0

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Chiudo il camice monouso a Francesca, già pronta con i doppi guanti, la visiera e i copriscarpe.

Il nostro spazio allestito per l’effettuazione di tamponi antigenici rapidi è pronto, con tutte le attenzioni richieste: ci sentiamo parte integrante di un sistema che ci ha voluti in prima linea e noi, senza pensarci due volte, abbiamo voluto esserci. Le autorizzazioni che ci hanno permesso di effettuare servizi come questo o che ci daranno altre possibilità future, sono i primi passi verso quello che, da anni, chiediamo come riconoscimento del farmacista territoriale, un farmacista che diventi parte integrante della cura, della aderenza terapeutica, del servizio alla salute del cittadino.

Decidiamo di svolgere questa attività in specifici orari dedicati, ma spesso capita l’emergenza di chi ne ha necessità immediata: come quella coppia che per rientrare in Portogallo, ove risiede, ha necessità di un tampone rapido 24 ore prima della partenza. Mentre attendiamo l’esito del tampone, parliamo dell’Oceano, della mancanza di viaggiare, della libertà di spostamento che abbiamo perduto. Ci ringraziano, quasi avessimo effettuato un’operazione a cuore aperto, regalandoci la gratificazione professionale di essere un importante tassello della ripresa da questa emergenza mondiale. Ci ringrazia anche Beatrice, promessa dello sci azzurro che, per tornare alle sue gare, dopo una breve visita dai parenti, ha necessità di un certificato di negatività al tampone: con lei parliamo della neve che ci è mancata quest’anno e di come sia lontana una semplice normalità per gli adolescenti di oggi. Ci facciamo lasciare un autografo e un sorriso da dietro la mascherina.

Auguro a tutti i colleghi di trovare un nuovo equilibrio lavorativo all’interno di questi cambiamenti necessari che non sempre sono facili da accettare ma sono certamente indispensabili per l’evoluzione della nostra professione. Che, se ci pensiamo, si sta evolvendo senza staccarsi dalle radici: solo 50 anni fa, il farmacista speziale aveva un ruolo chiave all’interno della società come guaritore di prima linea, come colui a cui ci si rivolgeva per un primo parere, a volte ancora prima del medico. Oggi che siamo farmacisti 4.0, evoluti in tempi record, non lasciamoci spaventare perché sono cambiati i mezzi con cui facciamo i farmacisti, il modo con cui il paziente spesso ci si rivolge, le pretese talvolta esasperanti, la burocrazia annosa, ma lasciamoci travolgere dalla certezza che il ruolo fondamentale di presenza che abbiamo sul territorio deve essere riconosciuto.

Concordo con Hopper che sosteneva che la frase più pericolosa in assoluto sia “Abbiamo sempre fatto così”: senza evoluzione nè cambiamento non potremo lasciare la nostra impronta nel miglioramento.

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