IL FARMACISTA E LA CONTINUITA’ TERRITORIALE
Quanto noi farmacisti diventiamo indispensabili in tema di continuità territoriale?
Con questa domanda ho aperto un corso qualche settimana fa a Milano, dedicato alle figure sanitarie del territorio, medici di medicina genale, geriatri, psicologi, farmacisti. Affiancata da altri professionisti rappresentanti delle altre categorie sanitarie presenti, ho parlato di quanto il farmacista sia indispensabile in tema di follow up, una parola tanto importante per un malato cronico, tra cui quello oncologico; importante quasi come le terapie stesse.
Follow up in ambito oncologico è il termine tecnico che indica l’insieme di tutti quei passi che dovrebbero essere fatti in modo corretto e completo per seguire chi ha ricevuto diagnosi di tumore e ha affrontato i trattamenti per eliminare la malattia. E’ tutto quell’insieme di controlli, visite, specialisti, supporti fisici e psicologici, suggerimenti che fanno parte della prevenzione terziaria e che servono per migliorare la qualità di vita del paziente.
Mai mi sarei immaginata che la crisi in cui versa il nostro sistema sanitario in questi ultimi anni si sarebbe manifestata anche su questi importantissimi meccanismi di controllo per i pazienti, non riuscendo a garantire la vera integrità del follow up, come lo abbiamo conosciuto negli ultimi decenni di crescita esponenziale delle ricerche in ambito oncologico: dilatati i periodi di controlli ritenuti non utili nell’immediato, ridotte le consulenze psicologiche frontali per carenza drammatica di personale, rimandati a data da destinarsi interventi non urgenti preventivi e di ricostruzioni. Ripresi a singhiozzo corsi di supporto al miglioramento della qualità della vita organizzati all’interno delle strutture ospedaliere e delle associazioni territoriali per mancanza di fondi, strutture, aule, personale: dallo yoga, all’educazione nutrizionale, all’estetica.
I pazienti oncologici lasciati sempre più soli si appoggiano alle figure territoriali, cercano risposte o semplice supporto e, quando, vicino a casa, scoprono una farmacia oncologica con un farmacista specializzato trovano uno spiraglio di supporto. In una farmacia oncologica, il paziente può trovare aiuto nel proseguimento di un percorso psicologico con lo specialista che può essere presente in farmacia, nel prendersi cura di sé in ambito estetico, nel cercare miglioramento della qualità della vita con l’integrazione naturale e con i consigli di educazione alimentare. Il paziente in una farmacia specializzata in oncologia può chiedere consiglio in merito a uno specifico disturbo o effetto collaterale per valutare la necessità di un consulto medico, può eseguire vaccinazioni, esami di prima istanza in telemedicina utili per i controlli periodici senza code o lunghi spostamenti, può effettuare prenotazioni di esami tramite il servizio CUP. Può avere una mano tesa che renda meno pensante il suo percorso.
Questo è, nel nostro piccolo, il grande ruolo che abbiamo in questo periodo di incertezza sanitaria: essere ben visibili come la nostra croce verde, presenti in modo rassicurante e aggiornati in continua evoluzione per garantire continuità e assistenza.

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